“Non dire Morte!”: Presentazione a Livorno

6 Ottobre 2016 • • Views: 656

Martedì 25 ottobre, ore 17.30

Livorno – Libreria Erasmo, via degli Avvalorati, 62

Margherita Bandini

Non dire Morte!”

Il tabù del lutto nella società secolarizzata

EDIZIONI DEL BOCCALE

Martedì 25 ottobre, ore 17.30, alla Libreria Erasmo, via degli Avvalorati, 62, Margherita Bandini, presenta il libro Non dire Morte!” il tabù del lutto nella società secolarizzata (Edizioni Del Boccale).

Non c’è nulla di più naturale della morte, si potrebbe dire, per gli esseri umani. Eppure al tempo stesso non c’è nulla di più culturale. I significati e le concezioni legate alla morte cambiano storicamente e antropologicamente. Ogni cultura umana addensa attorno a questo momento critico interi universi di rappresentazioni, credenze, riti e pratiche sociali. Lo fa nel tentativo di conferire un senso a ciò che non è di per sé pensabile, e di aiutare chi resta a superare il vuoto terribile che la morte si lascia dietro. In particolare, nelle culture tradizionali studiate dagli antropologi, i riti funebri svolgono una duplice fondamentale funzione….

Ma nelle società contemporanee, fortemente individualizzate e per molti aspetti antiritualistiche, questa codificazione delle risposte ai momenti critici dell’esistenza sembra in buona parte perdersi. Resta il rito del rituale religioso, certo, pur nella sua scarna essenzialità. Ma niente che accompagni le persone in lutto nei tempi e negli spazi della vita quotidiana, niente di simile al supporto di una comunità. Per quanto poi riguarda le esequie laiche, l’assenza di momenti rituali è ancora più evidente. Quella che Ernesto De Martino chiamava la plasmazione culturale del pianto sembra oggi irrimediabilmente frammentata e inautentica. Del resto, un’ampia letteratura sociologica sostiene che il rapporto con la morte è il grande rimosso della società occidentale di oggi: tutta centrata sul consumo e sulla ricerca della bellezza e del piacere, essa non sarebbe più capace di pensare e trattare la morte come momento della vita sociale. La nasconderebbe, dunque, rendendola indici- bile e lasciando gli indivìdui radicalmente soli nell’affrontarla.”

(dall’introduzione di Fabio DeiDipartimento di Civiltà e Forme del Sapere Università di Pisa)

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