
Giovedì 10 novembre, ore 18.00
Al Bar 4 Mori, via Grande
Un libro per la squadra amaranto
Le Edizioni Erasmo donano ai giocatori e allo staff tecnico il libro
FISCHIO D’INIZIO 1915
storia e storie del calcio a Livorno
di Maurizio Mini e Fabrizio Pucci
EDIZIONI ERASMO
Igor Protti lo aveva detto, ai giocatori: imparate l’inno amaranto, le sue parole e portatele nel cuore. Poi aveva suggerito loro di acquistare un libro sui 100 anni del Livorno dove venivano raccontate le gesta, le gioie, le delusioni, della squadra amaranto dalle origini fino al 2015, anno del centenario. Quel libro è FISCHIO D’INIZIO 1915 – storia e storie del calcio a Livorno, di Maurizio Mini e Fabrizio Pucci, edito da Erasmo proprio in occasione del Centenario. E le Edizioni Erasmo, per accogliere la proposta di Igor Protti, uno dei più grandi campioni di tutti i tempi del calcio livornese e non solo, hanno deciso di donare il libro ai giocatori del Livorno per consolidare il senso di appartenenza e l’attaccamento alla maglia amaranto. La consegna del libro avverrà nel corso di un incontro che si svolgerà giovedì 10 novembre, alle ore 18.00, al Bar 4 Mori di via Grande, nei pressi nel monumento-simbolo della città.
Saranno presenti Igor Protti e una rappresentanza di giocatori del Livorno, oltre agli autori del libro e al presidente del Coordinamento Club amaranto Ivano Falchini.
Da Fischio d’inizio 1915 – Le fantastiche annate 1942/43 – Nessuno avrebbe mai immaginato che nel 1942 la squadra amaranto sarebbe stata la grande protagonista del campionato. Del resto, l’anno prima il Livorno si era salvato all’ultimo momento vincendo contro il Milan allenato proprio da Magnozzi. Quell’anno la campagna acquisti fu condotta con estrema prudenza come si conveniva a una squadra di provincia e, detto tra noi, un po’ come si continua a convenire oltre 70 anni dopo.
Con pochi ma giusti inserimenti, furono risolti quei problemi che negli anni precedenti avevano reso difficile esprimere al meglio il gioco della squadra. I nuovi acquisti furono Lovagnini, Degano, Raccis, Soldani e il livornese Miniati, un baluardo per potenza fisica e senso della posizione. Il presidente era Bruno Baiocchi. L’allenatore, proveniente dall’Ambrosiana, Ivo Fiorentini. Vicepresidenti: Vincenzo Razzauti e Pilade Macelloni. Consiglieri: Giuseppe Zalum, Gino Fremura e Carlo Laviosa.
La rosa: Assirelli, Silingardi, Del Bianco, Lovagnini, Soldani, Tori, Capaccioli, Traversa, Zidarich, Piana, Stua, Raccis, Degano, Miniati, Spagnoli, Emiliani, Martinelli, Grassi, Angelini.
Di questo campionato, ormai entrato nella leggenda del calcio labronico, occorre ricordare la vittoria contro il grande Torino per 2 a 1, con reti di Zidarich e Degano.
“La vittoria – scrive Gino Bacci nel suo libro “Amaranto eterno fascino” – era nella provincia. La vittoria del cuore. Da una parte undici incognite dall’altra undici celebrità cementate dalla malta dei milioni. Fra il Torino in lizza per il titolo e il Livorno candidato alla retrocessione, non c’erano possibilità di scelta. Per la pelle dei labronici nessuno avrebbe speso due soldi. Invece l’agnello diventò lupo. Vinse a Bergamo, a Bologna con la Liguria e con la Lazio. La squadra rivelazione era già squadra prodigio. La classifica, e non succedeva da tempo, la salutava sola in testa”.
Ma la Juventus, che si è sempre dimostrata una bestia nera per il Livorno, vinse in casa amaranto per tre a zero. E anche la partita di ritorno vide la Juventus vincere a Torino, ancora con un secco tre a zero. Mentre il Torino si batteva per il primato, il Livorno ottenne grandi risultati battendo la Fiorentina, il Vicenza e il Milan. Ma nonostante ciò i livornesi erano scoraggiati, la batosta ricevuta dai bianconeri era stata troppo importante. Tutte le speranze finirono per concentrarsi nella partita Bari-Torino. Con il pareggio del Toro, al Livorno rimanevano ancora delle speranze. Ma il destino fu implacabile e tutte le illusioni svanirono a quattro minuti dalla fine della partita, quando Valentino Mazzola (padre di Sandro) segnò il goal che valse il campionato per i granata.
FISCHIO D’INIZIO 1915 (Edizioni Erasmo – 2015) ripercorre la storia del calcio a Livorno, dalle origini al 2015, avvalendosi anche di scritti di Elisabetta De Paz, Ugo Canessa, Franco Chiarello, Massimo Seghetti e Luciano De Majo.
Il libro è il racconto che va della prima “pedata a un pallone” data agli inizi del novecento, fino all’avventura nella massima serie, attraverso aneddoti, storie di derby e di campioni, e molto altro. Gli amanti del vintage potranno gustarsi i ricordi in banco e nero di chi ha visto nascere il “gabbione”, i monoteisti di fede amaranto invece potranno immergersi nelle testimonianze inedite, toccanti e al tempo stesso genuine, di chi ha giocato in varie epoche nelle fila del Livorno.