I 42 giorni del cantiere

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Cronaca di una grande lotta  17 marzo-27 aprile 1956

Mario Pagliai. Prefazione di Nelusco Giachini. Presentazione di Vittorio Cioni

Mercoledì 14 Marzo 1956. A Barletta la polizia spara su una manifestazione di lavoratori e disoccupati muoiono due braccianti e sette rimangono feriti. Il giorno successivo al cantiere si sciopera per protestare contro questo ennesimo eccidio, la direzione  licenzia un lavoratore e ne sospende quindici. Ha inizio così uno sciopero che terminerà solo dopo 42 giorni... Erano quelli anni veramente difficili per il mondo del lavoro. Le lotte per il lavoro e per i diritti nelle fabbriche e nelle campagne erano accompagnate da una dura repressione poliziesca e da eccidi che colpivano ovunque operai e braccianti. La divisione tra i sindacati provocava, nei confronti degli attivisti della CGIL, una pesante discriminazione che in molti casi si trasformava in licenziamenti. Ci sono molti elementi che colpiscono rileggendo oggi il diario dei quarantadue giorni: uno riguarda il moto di ribellione  e lo spirito di solidarietà nei confronti dei due braccianti uccisi a Barletta. I lavoratori compresero come come fosse necessario l'impegno di tutti per far cessare la catena degli eccidi e ricostruire le condizioni nelle quali potesse essere condotta la lotta sindacale nel pieno rispetto della democrazia e del dettato costituzionale... Decisivi furono i ripetuti incontri con la popolazione nei quartieri cittadini e, successivamente, nei diversi comuni della provinci e della Regione. E' impressionante il numero delle assemblee svolte, incredibile la quantità  di generi di prima necessità e di danaro raccolti a sostegno  dei lavoratori in sciopero... VITTORIO CIONI 2009 ...Il "diario" di Mario Pagliai fa rivivere , momento per momento, questi 42 giorni. La lotta si concluse con l'assunzione dei due licenziati in una officina livornese. Ma gli effetti più generali si ebbero successivamente quando il clima interno della fabbrica cominciò a mutare; al di là del giudizio sulla lotta chi di dovere comprese di avere dinanzi una classe operaia non disposta a subire. NELUSCO GIACHINI 1981