Descrizione
Il diario livornese di Pietro Martini
Pietro Martini (1820-1911), artigiano livornese, autodidatta, di idee democratiche e repubblicane combatté nei giorni della resistenza antiaustriaca. Fu quindi attento testimone riportando nel suo diario la cronaca precisa dei fatti di Livorno (e della Toscana) dal febbraio (fuga a Gaeta del granduca Leopoldo II) al maggio (occupazione austriaca di Livorno) del 1849.
Nel diario si ritrova grande attenzione ai conflitti tra le varie fazioni presenti in città, e tra tutti i personaggi grande risalto viene dato alla figura di Enrico Bartelloni vero combattente disposto a tutto fino all’estremo sacrificio in nome della libertà.
Il “Diario” è accompagnato da un’appendice ad opera dell’Autore con i profili biografici dei personaggi protagonisti della vicenda, e da una particolareggiata autobiografia.
Il testo del “Diario” è corredato di numerosi documenti originali, trascritti dall’Autore.
La ricostruzione fatta dal Martini è ritenuta dagli studiosi la più completa e attendibile tra le cronache dei testimoni dei fatti.
Il testo riprodotto è la trascrizione fedele del manoscritto autografo. Le modifiche operate sono state segnalate. La lettura è sicuramente interessante uno spaccato unico della vita quotidiana della città di Livorno che si preparava a sostenere una lunga mobilitazione contro gli austriaci.
Il manoscritto risale agli anni Ottanta e ha costituito la base per la prima pubblicazione (infedele e parziale) avvenuta negli ultimi mesi del 1891 sul Telegrafo di Livorno, a cura di Giuseppe Bandi (che ne era il direttore). Nel 1892 fu pubblicato in volume (Edizioni della Gazzetta livornese). Nel 1961 ne fu fatta una nuova edizione, a cura di Domenico Novacco, che ripristinò in buona parte il contenuto originale, comprensivo dell’Appendice (Ed: Demetra, Livorno).
Il presente volume contiene note e approfondimenti sui contenuti e sul testo, e due piante (una in inserto) per l’individuazione dei luoghi citati nel “Diario”.
I curatori sono Roberto Antonini (coordinatore), Patrizia Cascinelli e Luisa Marmugi.