Descrizione
Anonimo Piemontese
ECCO LUI!
Un forestiero a Livorno
Prefazione di Roberta Bancale
Illustrazione di copertina di Tommaso Eppesteingher (Tommy)
Entrare in un bar vicino al porto e chiedere un croissant; provare un approccio galante con le ragazze; cercare di imbastire una conversazione con pescatori poco socievoli; beccarsi innumerevoli “puppa” dai colleghi; tentare di educare i vicini ad un maggiore rispetto della privacy.
Questo e molto altro si racconta in ECCO LUI!, una sorta di piccolo diario di tragicomiche esperienze a Livorno vissute dall’autore, un piemontese di Alessandria.
Ha trascorso i suoi primi 28 anni nella casa dei genitori sulle colline del Monferrato per poi trasferirsi a Torino, città nella quale ha iniziato a lavorare.
Il protagonista di questo libro però non è lui, ma Livorno, la città in cui poi si è imbattuto per una serie di fortuite coincidenze.
Scrive lui stesso nella prefazione:
Oggi posso dire che i miei primi anni in questa città somigliano molto a un corso di sopravvivenza. Mi è capitato di tutto: un po’ perché me le sono andate a cercare, ma soprattutto perché i comportamenti e il modo di relazionarsi in Piemonte differiscono – e non poco – da quelli toscani e ancor di più da quelli livornesi.
Nel corso del tempo, agli amici che mi chiedevano come mi trovassi a Livorno, raccontavo quello che di curioso, di divertente, di anomalo osservavo intorno a me. La città, da questo punto di vista, era una miniera inesauribile.
Bastava mettere piede fuori casa, salire su un bus, andare a fare la spesa o una passeggiata e qualcosa di stravagante, di divertente puntualmente accadeva.
Erano proprio gli stessi amici livornesi a ridere di gusto di fronte ai miei aneddoti e alle mie disavventure. Un po’ perché prendere per il culo ho capito che è una vera e propria vocazione dei livornesi, ma anche perché comprendevano il mio disorientamento e le mie difficoltà ad ambientarmi in una città tanto bizzarra.
Il volume, articolato in una serie di capitoletti corrispondenti alle tragicomiche esperienze del protagonista, si configura dunque come una sorta di romanzo di formazione sui generis.
Ettore Borzacchini, alla cui memoria il libro è dedicato, a margine della prefazione di Roberta Bancale, ha scritto:
“Il confronto tra il truce livornese e il bencreato torinese assurge a repertorio pop di inciviltà in cui il piemontesino bello e garbato attinge stupore, scandalo e meraviglia non tanto dal lessico quanto dal comportarsi dell’homo labronicus semierectus”.